Progetto Scuola

Chiunque abbia vissuto esperienze di rilassamento conosce i numerosi benefici fisici, psicologici ed emotivi che ne derivano:

  • Distensione del corpo
  • Sensazione di benessere
  • Stato di calma e pace interiore

Non dobbiamo dimenticare che, come noi adulti, anche i bambini e i ragazzi sono quotidianamente esposti a fattori stressanti nel contesto sociale, nell’ambiente familiare, a scuola, nelle relazioni col gruppo dei pari.

La tensione accumulata si ripercuote sia a livello fisico (contrazione muscolare) sia a livello psicologico (malessere interiore, irrequietezza, difficoltà di concentrazione, aggressività).

Spesso sono difficili da riconoscere i sintomi dello stress e di un affaticamento psico-fisico eccessivo perché alcuni segnali possono essere anche confusi e interpretati come “tipiche turbolenze adolescenziali”.

La scuola è il luogo in cui i ragazzi passano la maggior parte del tempo quotidiano nella prima parte della loro vita. Le attività scolastiche sono numerose e spesso stressanti mentalmente oltre che stancanti fisicamente, considerando soprattutto il numero di ore di permanenza a scuola.

Tutte le attività tengono gli alunni in uno stato di coscienza sempre molto vigile e attivo, in un ambiente prevalentemente rumoroso. Non sono previsti momenti di riposo e di distensione mentale che sarebbero particolarmente importanti in un luogo in cui vengono svolte prevalentemente attività di tipo mentale.

Un luogo in cui, ben noto ai docenti e agli organi dirigenziali, l’attenzione oraria dei ragazzi ha una durata limitata di circa 40 minuti (dipendenti anche da fattori quali l’interesse e la motivazione), dopodiché inizia la curva discendente con conseguenze che vanno dalla distrazione al bisogno di movimento da parte di molti di loro.

Bene lo sanno gli insegnanti delle ultime ore della mattina o del pomeriggio, di fronte agli sguardi di numerosi alunni che sembrano implorare pietà, di essere risparmiati da ulteriori sofferenze.

Aggiungiamo a tutto questo le ansie dovute alla situazione attuale con obblighi, divieti e distanziamenti.

Possiamo dunque comprendere come la situazione dell’ansia risulti ulteriormente peggiorata negli ultimi anni.

E’ importante, soprattutto nelle scuole, organizzare momenti di allentamento delle tensioni, in un’ottica di “igiene della mente”, un momento per prendersi cura del proprio cervello e del proprio corpo, allo stesso modo in cui ci si prende cura dei denti, della pulizia del corpo e di qualunque altra cosa di uso quotidiano che necessita di manutenzione.

Partendo da queste considerazioni, dalla mia formazione in massoterapia e tecniche di rilassamento, ho deciso di mettere a disposizione parte del mio tempo per provare ad insegnare alle classi della secondaria di primo grado alcuni esercizi da utilizzare nei momenti di stanchezza fisica e mentale per recuperare le forze.

In ambito scientifico è stato riconosciuto che anche solamente 20 minuti di rilassamento in stato Alfa (stato mentale meditativo e di profondo relax) corrispondono a circa 6 ore di sonno in termini di recupero delle energie, sia fisiche che mentali. Si tratta dunque di un’attività che può essere tranquillamente svolta nelle classi in breve tempo previa formazione degli alunni.

  • L’attività preliminare è la respirazione, con indicazioni su come farla;
  • L’esecuzione di esercizi di rilassamento muscolare, molto semplici da eseguire per i ragazzi e che non necessitano di attività particolari;
  • Esercizi di visualizzazione, per ottenere uno stato di distensione ancora più profondo e stimolare l’emersione di emozioni positive.

Una considerazione importante da fare a questo proposito riguarda il significato del silenzio in classe per gli alunni.

La crescente vivacità delle classi è certamente causata da diversi fattori quali: problemi scolastici, difficoltà delle famiglie (separazioni sempre più frequenti) che si ripercuotono, spesso, sulla serenità dei figli, una relativizzazione crescente della ric contribuisce a rendere il clima di classe sempre più rumoroso.

C’è però un aspetto del silenzio che è correlato esclusivamente all’attività scolastica.

Solitamente viene vissuto dai ragazzi come un momento di angoscia perché legato a situazioni spiacevoli o comunque di tensione: lo svolgimento di verifiche, attività di studio oppure la presenza di un insegnante particolarmente severo che non consente alcun bisbiglio, la cui presenza crea un diffuso clima di timore.

Di norma, quindi, il silenzio genera nei ragazzi emozioni negative e stati di angoscia.

Questo è uno dei motivi per cui gli alunni si sentono maggiormente a proprio agio nel brusio e in un clima rumoroso.

Capita spesso, infatti, che una situazione in cui regna il silenzio venga infranta da qualche alunno con una battuta o un rumore proprio perché questa atmosfera gli risulta intollerabile. E da queste premesse si può comprendere cosa rappresenta per loro il silenzio. Un momento non di recupero ma di angoscia.

Questo è uno dei motivi per cui gli alunni si sentono maggiormente a proprio agio nel brusio e in un clima rumoroso. Capita spesso, infatti, che una situazione in cui regna il silenzio venga infranta da qualche alunno con una battuta o un rumore proprio perché questa atmosfera gli risulta intollerabile. E da queste premesse si può comprendere cosa rappresenta per loro il silenzio. Un momento non di recupero ma di angoscia.

Al termine di ogni incontro ci sarà un confronto con gli alunni sulle sensazioni sperimentate, il grado di rilassamento raggiunto e il loro giudizio sul momento del silenzio.

Rendere permanenti attività di questo tipo nella scuola avrebbe certamente ricadute positive sulla qualità di vita di studenti e personale scolastico.

In particolare: consentirebbe ai ragazzi di recuperare preziose energie, rendere di più scolasticamente, essere più attenti, imparare il valore dei momenti di tranquillità nel corso della giornata e non solo a scuola; li renderebbe maggiormente consapevoli dei propri stati d’animo e in grado di riconoscere gli effetti degli avvenimenti della vita sul loro modo di agire e su quello degli altri.

Sarebbe opportuno che queste pratiche iniziassero già nei primi anni scolastici e che entrassero nella routine della giornata, perché quando sono più grandi i ragazzi manifestano maggiori inibizioni di fronte a nuove pratiche e possono provare vergogna a svolgere attività di questo tipo in presenza dei compagni, perché questo significherebbe abbandonare un proprio ruolo o dismettere una corazza che si sono costruiti per far fronte alle proprie difficoltà, scolastiche e sociali.

Generalmente, quando i ragazzi stanno attraversando un periodo di tensione e stress, può accadere che si ammalino con più frequenza, che abbiano continui mal di gola, problemi di pesantezza del respiro, sensazioni di pesantezza al petto, manifestino, a scuola o nelle altre attività quotidiane, difficolta di concentrazione, agitazione, stanchezza.

Possono essere frequenti anche altri sintomi fisici come mal di pancia, mal di testa, dolori al collo o alla schiena, tensione e dolori muscolari, mancanza di appetito, nausea.

Possono avere problemi di sonno, come difficoltà di addormentamento o non riuscire a dormire in maniera continuativa e quindi risvegliarsi più volte durante la notte.

Ci può essere anche una sensazione di stordimento, sensazione di dimenticare le cose, di non riuscire a ricordare. La testa è impegnata a gestire il peso dello stress e quindi non riesce ad elaborare altri input fino ai casi più gravi di confusione.

Da un punto di vista emotivo, invece, i ragazzi possono sentirsi sotto pressione, arrabbiati o nervosi, irritabili o irascibili anche senza un motivo preciso oppure chiudersi in sé stessi, sperimentare ansia e avere frequenti crisi di pianto non riuscendo a trovare una via d’uscita o una possibilità di cambiare davvero le cose.

Se in sistemi scolastici di altri paesi, come gli Stati Uniti, queste sperimentazioni non costituiscono affatto una novità, da noi possono sembrare ancora un’utopia un po’ bizzarra. E invece anche per i più piccoli può essere importante imparare a rilassarsi con mezzi e metodi appropriati all’età.